Dove la fascia del sole è più forte ed abbagliante, dove i colori, i sapori, i profumi esplodono e suscitano forti sensazioni, nasce il Pane Nero di Castelvetrano: passione per la panificazione legata alla tradizione, pazienza e costanza...

lunedì 4 luglio 2011

Pane Nero, impegno di Romano. Aiuti a chi coltiva la "tumminia"

Incentivi per chi tornerà a coltivare il grano autoctono necessario per il prodotto tipico

 Un impegno del Ministro dell'Agricoltura il siciliano Saverio Romano: "quello di aiutare i produttori della famosa tumminia che rende inimitabile il gusto del pane nero di Castelvetrano". Lo ha incontrato Tommaso Rizzo, presidente dell'Associazione "Pane nero di Castelvetrano", nel corso della 45' edizione del Vinitaly, svoltosi a Verona. Un incontro cordiale che ha spinto il Ministro ad una promessa formale, quella di dare il suo massimo impegno per la filiera del grano. In particolare lo stesso Ministro, a detta di Tommaso Rizzo, avrebbe in mente di dare degli incentivi ai proprietari belicini di terreni per continuare a far crescere la tumminia, un grano autoctono che non gode di alcun incentivo alla produzione e quindi sempre più destinato ad essere prodotto in scarse quantità, con il rischio appunto della scomparsa. Il presidente dell'Associazione ha chiesto al Ministro controlli più serrati per quanto riguarda le problematiche che riguardano il prodotto finito, Pane che spesso viene "svilito" da panificatori, che non usano le giuste farine e che non applicano il disciplinare di produzione Slow Food. Tommaso Rizzo, ormai testimonial ufficiale del pane nero in tutte le più grandi manifestazioni gastrinimoche in Italia, ricorda i famosi ingredienti che i panificatori dovrebbero rigorosamente usare per arrivare al prodotto finito, che pare da recenti studi medici effettuati costituirebbe un antistress naturale in quanto contiene il "triptofano", un aminoacido che aumenta il livello della serotonina che funziona nel corpo umano da sedativo. Gli ingredienti che ricorda Tommaso Rizzo sono: "farina di grano duro rigorosamente siciliana, tra cui spicca rara e preziosa la tumminia, macinata nei mulini a pietra, sale marino di Trapani, lievito naturale "lu criscenti", e acqua. La cottura del pane - continua il presidente dell'Associazione . deve avvenire nei forni tradizionali di pietra naturale, alimentati con fronde di ulivo provenienti dalla potatura della prestigiosa Nocellara del Belice". La famosa "vastedda", di Castelvetrano rischia quindi di essere "taroccata" e per questo l'appello al Ministro affinchè si arrivi all'etichettatura chiara ed inequivocabile. Il Ministro ha promesso un prossimo incontro per gettare le basi su una normativa che viene richesta soprattutto da quei pochi produttori di Castelvetrano che continuano a "sfornare", quello che alcuni chiamano il "pane degli dei".

Fonte: Giornale di Sicilia, venerdì 3 giugno 2011